sabato 3 settembre 2016

Burraco Mania



“Ho più pinelle che pensieri”, recita un post, di mia sorella Paola, detta Piol, sulla mia pagina di facebook. Mia mamma – il genio – e io, tornate dalla lunga permanenza estiva nel sud della Sardegna, l’abbiamo iniziata al Burraco. La vera droga del secolo. In confronto la cocaina è zucchero. Di canna.

La spacciatrice numero uno è mia suocera. Una maestra. Di burraco e delle elementari. Qualche anno fa ci aveva già provato a insegnarmi il burraco. Ma il terreno non era fertile e il virgulto non ha attecchito. La piantagione della vera droga del secolo è quindi rimasta incolta e allo stato brado e la maestra, mia suocera, poteva disporre della sua sola dose. Ad uso personale.

Nella lunga permanenza estiva nel Sud della Sardegna il virgulto ha iniziato a fiorire. Il potere della droga si è diffuso rapidamente iniziando a mietere le sue vittime. Mia madre, la tata Ju Ju, mia cognata. Io ho resistito, per quanto possibile. Leggevo e poi mi ritiravo nelle mie stanze, guardando con sdegno quelle povere derelitte affette da una dipendenza incontrollabile. Giocavano fino a notte inoltrata, senza sosta, con gli occhi iniettati di sangue.

E poi è arrivato il giorno della mia iniziazione. Avevo finito i libri, mi sentivo sola, un po’ di debolezza e ho ceduto alla prima sniffata di burraco. Inebriante. Il pozzetto da 18 carte era un surplus di droga davvero invitante. Come resistere? Il genio, tata Ju Ju e io. Tre drogate in crisi d’astinenza in attesa di mettere a letto la piccola Connie per poter placare il nostro disagio. In cerca di qualsiasi scusa – vento, brutto tempo, premio, supercazzola – per piazzare Connie davanti a un film Disney e giocare a Burraco. Una malattia.

E poi è arrivato il giorno della partenza. Alla spicciolata. Prima il genio. Poi io. Subito dopo la tata Ju Ju. Nella settimana milanese di sosta, tra il sud del Sardegna e la Valle di Ledro, abbiamo giocato come forsennate. Mia mamma e io rinunciavamo alle consuete attività quotidiane nella pausa sonno di Connie. Ju Ju rinunciava alla sua, di pausa sonno. Nel frattempo abbiamo iniettato la prima dose a mia sorella Paola, detta Piol. E creato un mostro. Ma poi il mostro è partito per il suo viaggio on the road direzione eolie, e noi ci siamo perse una ricca consumatrice. Urgeva trovare altri adepti. Subito. Anche perché se giochi in due non c’è il pozzetto da 18.

E poi è arrivata lei, la Regina del Burraco.
Jessica Vanelli
36 anni
Riccia
Bionda
Fidanzata di Sergio Pedrazzini
Residenza estiva: Pur, Valle di ledro, residence panorama

Il trio del Burraco si era finalmente ricomposto. Il pozzetto da 18 era salvo, insieme agli spritz carichi e immacolati. Un minuto esatto dopo aver messo a letto Connie partiva la bisca. E il pozzetto da 18 era quasi sempre suo, JessicaVanelli36anniricciabiodafidanzatadisergiopedrazziniresidenzaestivapurvaldiledroresidencepanorama

E poi è arrivato di nuovo il momento del distacco. Il genio è partito con il pozzetto da 18. Abbiamo ricominciato a giocare in due, senza sosta, fino all’arrivo, per l’ultimo week-end di agosto, di mia sorella Paola, detta Piol. E sono aumentati gli spritz, carichi e immacolati, e, naturalmente, il pozzetto da 18.

E poi, l’’estate sta finendo, e un anno se ne va. La stagione del Burraco volge al termine. Io sono a disintossicarmi al Forte, c’è il matrimonio di una mia amica. E’ l’occasione per distrarsi. Bevo uno spritz, per non soffrire troppo. E per non perdere l’abitudine. Vedo un mazzo di carte languido, adagiato su un comodino. Una morsa allo stomaco. Passo oltre.

E poi arriva una foto su whattsapp. Il genio e mia sorella Paola, detta Piol, stanno andando a Stoccolma per il week-end a raggiungere mia sorella Sara, detta Scrunch, lì per lavoro. Sono in aereo e stanno giocando a burraco. Hanno comprato le carte in aeroporto. 

Mi viene una crisi isterica, ho la bava alla bocca e un travaso di bile per l’invidia. Scrivo a JessicaVanelli36anniricciabiodafidanzatadisergiopedrazziniresidenzaestivapurvaldiledroresidencepanorama, devo condividere il dolore. E lei, empatica, con gli stessi crampi di astinenza, allevia la mia pena.

L’unica consolazione è che le mie parenti, che in questo momento sono allo spaccio di ACNE, mi portino qualcosa. Ecco. Porca Pinella. Che la stagione del burraco non abbia fine.



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